UE: Stabilire gli standard per la regolamentazione delle piattaforme online

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Bandiera Unione Europea

Il 20 ottobre scorso i membri del Parlamento Europeo hanno approvato due relazioni di iniziativa legislativa. Lo scopo é di risolvere le attuali carenze nell’ambiente online tramite il Digital Services Act (DSA). D’altra parte le attuali norme europee per i servizi digitali sono rimaste sostanzialmente invariate sin dall’adozione della Direttiva 2000/31/CE datata 8 giugno 2000.

L’obiettivo, dunque, è di rimodellare innanzitutto l’economia digitale a livello europeo. Stabilire, successivamente, gli standard nel resto del mondo come avvenuto nel caso dell’introduzione del GDPR nel 2018

I punti fondamentali sono sostanzialmente quattro:

  • Regole più rigorose per contrastare i contenuti illegali online;
  • Un Internet più sicuro per i consumatori;
  • Rendere gli utenti meno dipendenti dagli algoritmi;
  • Diritti fondamentali online.

Regole più rigorose per contrastare i contenuti illegali online

L’intento del Parlamento è di far aderire alle regole del DSA anche le piattaforme stabilite al di fuori dell’UE se queste offrono servizi a consumatori o utenti all’interno dell’Unione Europea.

Istituire, successivamente, un meccanismo vincolante di “notifica e azione” in modo che gli utenti possano informare gli intermediari online di contenuti o attività online potenzialmente illegali. 

Un altro obiettivo dei deputati, riguarda l’eliminazione della pratica dell’utilizzo di filtri di caricamento o qualsiasi altra forma di controllo ex ante dei contenuti ritenuti dannosi o illegali. La decisione, si auspica, deve essere presa da una magistratura indipendente e non da imprese private.

I contenuti dannosi, l’incitamento all’odio e la disinformazione dovrebbero essere affrontati attraverso maggiori obblighi di trasparenza e aiutando i cittadini ad acquisire media e alfabetizzazione digitale per quanto riguarda la diffusione di tali contenuti.

Un Internet più sicuro per i consumatori

In base a questo argomento, l’intento del parlamento è di adeguare il principio di “ciò che è illegale offline è illegale anche online”. Evitare, come accaduto durante il Coronavirus, che aziende “disoneste” possano trovare spazi in rete. Fare in modo quindi che le piattaforme siano parte attiva nell’individuare ed eliminare false affermazioni. Controllare ed eventualmente bloccare l’attività di società fraudolente che utilizzano i loro servizi per vendere prodotti e contenuti illegali e non sicuri.

Rendere gli utenti meno dipendenti dagli algoritmi

L’auspicio dei parlamentari riguarda la possibilità di regolamentare in maniera più rigorosa le pubblicità mirate. Il tutto a favore di forme di forme pubblicitarie meno intrusive e contestualizzate che richiedano meno dati e che non dipendano dalla precedente interazione dell’utente con i contenuti.

Diritti fondamentali online

Quest’ultimo aspetto dell’iniziativa legislativa riguarda la rimozione dei contenuti. L’idea e’ che questa sia “diligente, proporzionata e non discriminatoria” per salvaguardare la libertà di espressione e di informazione. Nonché la salvaguardia della privacy e della protezione dei dati.

 

Per approfondimenti:

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