Google aggiorna gli algoritmi che generano i titoli delle pagine web

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Nel 2012, tramite comunicato ufficiale, Google ricordava quanto fosse importante creare meta titoli delle pagine web univoci e descrittivi. Per rappresentare meglio il contenuto di una pagina.

Stessa indicazione valeva, e vale tutt’ora, per le meta descrizioni (meta description) che tipicamente appaiono negli snippet. Ovvero la parte di descrizione di una pagina che appare nei risultati di ricerca.

La ragione è molto semplice. Più una pagina ha titoli e descrizioni precise e descrittive, maggiori saranno le probabilità che un utente, a fronte di una ricerca, la sceglierà cliccandoci.

Come si sa nel mondo SEO la sfida perenne per i primi posti, porta a intraprendere scelte diverse. Ragion per cui, probabilmente, nel 2012 il motore di Mountain View dichiarò di iniziare ad utilizzare anche altri elementi per generare automaticamente titoli e descrizioni.

Lo scopo era di riuscire ad offrire nei risultati di ricerca informazioni che meglio rappresentassero i contenuti di una pagina.

In pratica, dove il buon giudizio del creatore di contenuti non arriva, Google prova a metterci una pezza per il bene degli utenti del motore che ignorano le vicende SEO.

Nel corso degli ultimi nove anni, in effetti, spesso i risultati mostrati dal motore hanno riportato titoli e descrizioni modificati includendo altri elementi presenti nelle pagine. Nel 2019, ad esempio, vennero introdotte ulteriori indicazioni per personalizzare titoli e descrizioni nei risultati di ricerca.

Perché Google genera automaticamente i titoli delle pagine

Ma é con l’annuncio di ieri che viene ufficializzato l’aggiornamento algoritmico su come Google genera automaticamente i titoli delle pagine web.

Le ragioni di questo aggiornamento sembrano essere fondamentalmente tre che riguardano la presenza dei seguenti comportamenti in merito alla gestione dei titoli:

  • Troppo lunghi;
  • Presenza di parole chiave in eccesso che non hanno alcun effetto sui posizionamenti;
  • Assenza di adeguati tag dei titoli.

Questo aggiornamento, spiega Danny Sullivan nel comunicato di ieri, ha lo scopo di produrre informazioni più leggibili e accessibili per le pagine. 

Ad esempio, in alcuni casi il motore potrebbe aggiungere il nome dei siti laddove ciò sarà ritenuto utile. In altri casi, invece, in presenza di titoli estremamente lunghi si potrebbe selezionare la parte più rilevante.

L’utilizzo dei meta tag HTML saranno ancora utilizzati per l’80% dei risultati ed è la ragione per cui si consiglia maggiore oculatezza nella gestione di queste informazioni. 

Tuttavia, conclude Sullivan, dai test effettuati da Google sembra che il cambiamento introdotto produca titoli più leggibili e preferiti dagli utenti rispetto al vecchio sistema.

Per approfondimenti:

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