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Come noto agli addetti ai lavori, la Commissione europea ha fissato alla data del 19 settembre 2020 il termine per il recepimento nella legislazioni nazionali. A causa del Covid, si sono verificati ovvi impedimenti che hanno portato ad un ritardo collettivo all’interno dell’UE.
Quali paesi dell’UE hanno recepito la Direttiva
Secondo un articolo apparso sul sito dell’Osservatorio Europeo degli audiovisivi, nella maggior parte degli Stati membri si stanno verificando ritardi. Ad eccezione di Danimarca e Ungheria che risultano al momento i Paesi in una fase più avanzata.
Nel Bel Paese, invece, come noto, il recepimento della Direttiva SMAV è legata all’iter della Legge di delegazione europea. Nello specifico, all’Articolo 3:
Principi e criteri direttivi per l’attuazione della direttiva (UE) 2018/1808, recante modifica della direttiva 2010/13/UE, relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti la fornitura di servizi di media audiovisivi (direttiva sui servizi di media audiovisivi) in considerazione dell’evoluzione delle realtà del mercato.
Cos’è la Direttiva SMAV
La Audiovisual Media Services Directive (AVMSD) in Italia è nota come Direttiva SMAV, settore dei media audiovisivi. Nata, tra le altre, con il fine di promuovere la crescita e l’occupazione nei settori della società dell’informazione e dei media.
Gli obiettivi principali della Direttiva sono:
- Ridefinire il quadro normativo di riferimento dell’industria audiovisiva tenendo conto degli sviluppi tecnologici dei cambiamenti avvenuti nella struttura del mercato
- Ridurre gli oneri imposti ai fornitori di servizi audiovisivi
- Agevolare il finanziamento dei contenuti audiovisivi europei.
La definizione di servizi media audiovisivi viene svincolata dal tipo di tecniche di trasmissione distinguendoli in due principali tipologie:
- Servizi media audiovisivi: Tutti i servizi ricevuti passivamente come TV o radio
- Servizi non lineari: Tutti i servizi fruiti a richiesta come video on demand, podcast e simili.
La nuova Direttiva, oltre ad eliminare il concetto di tecniche di trasmissione, sottopone anche i servizi non lineari ad obblighi fondamentali. Tra questi troviamo, ad esempio, la protezione dei minori, la dignità umana, il diritto di replica, identificazione dei contenuti commerciali, identificazione del responsabile editoriale del contenuto e il principio del paese di origine.
Sono esclusi dal campo di applicazione tutti i settori non audiovisivi come servizi di posta elettronica, giornali e rivisti oppure siti internet. Questi ultimi, tuttavia, ne sono coinvolti se fornitori di servizi audio video come ad esempio web radio, web tv o podcast.
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